verse
E un, due ... un, due, tre, quattro.
E poi capita che il sangue sbatte addosso
E il vento sia uno scirocco di cristallo,
Che ti aggrappi a una follia,
Prigioniero dello stallo,
Come il mare sotto le alghe.
E come l'albero d'autunno,
Lasci foglie sull'asfalto
Ad ammucchiarsi contro i muri.
Che si arrende senza sonno, senza storia...
verse
Senza volto e quella sfilza di respiri.
Mentre fuggi e ti fai largo
Tra la gente, tra le grida
Sarà il fisco, sarà il caldo.
Sarà il senso della vita,
Ma ti ho visto anche un sorriso,
In quell'improvviso volo.
Dopo i gemiti, il rancore e la consueta ipocrisia,
Del "mai più di questi fatti",
chorus
Nel Sole 24 Ore e due brevi trafiletti.
E come l'albero d'autunno,
Lasci foglie sull'asfalto
Ad ammucchiarsi contro i muri.
E si arrende senza sonno, senza storia,
Senza volto e quella sfilza di respiri.
Quanti giorni accumulati,
Per così perdere il filo.
E' strano come certi umani dopo tutti
Questi anni, si consumi anche il destino.